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In memoria: Max Pachner, una vita per Sappada e le isole linguistiche

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Max Pachner, una vita per Sappada e le isole linguistiche

SAPPADA. All’anagrafe si chiamava Massimiliano, ma era conosciuto come Max: nel suo paese di origine, Sappada, in tutta l’area del Cadore, nel Bellunese, presso l’amministrazione regionale del Veneto, nelle isole linguistiche tedesche della regione e in altre comunità di minoranze linguistiche in Italia e all’estero, e infine naturalmente tra i suoi colleghi in politica e i suoi innumerevoli amici.

Max Pachner come formazione era un ottico diplomato, e in effetti tutta la sua zona d’origine era un centro per la produzione di occhiali e apparecchi ottici. Dopo aver terminato gli studi, Max rilevò il negozio di abbigliamento del padre a Sappada. Il fiore all’occhiello di questo negozio era – ed è ancora oggi – l’abbigliamento tirolese tradizionale d’eccellenza. Lui stesso indossava quasi esclusivamente questi capi, non solo nella sua terra d’origine, ma anche altrove, con molta consapevolezza. Io stesso l’ho visto sempre indossare abbigliamento tirolese, naturalmente a Sappada, a Trento e a Verona, a Aosta e nella Valle dei Mocheni, a Egna, Bressanone e Bolzano.

Il suo impegno a Sappada era dedicato soprattutto alla lingua e alla cultura della sua terra d’origine. Già in giovane età aveva dovuto prendere consapevolezza che la politica delle minoranze nello stato italiano e soprattutto in un’isola linguistica aveva una posizione difficile. A tal proposito, l’amministrazione comunale di Sappada nel 1974 aveva avuto il coraggio di scrivere sul municipio, accanto al nome italiano, la definizione tedesca “Gemeindehaus”, per di più in caratteri gotici. La cosa provocò la reazione della Prefettura, che dopo due anni di andirivieni, affermò che l’articolo 6 della Costituzione italiana (tutela delle minoranze linguistiche) non riguardava la minoranza linguistica di Sappada.

Max fu anche padre fondatore dell’associazione culturale “Plodar”, e ne fu Presidente fino alla sua morte. Egli diede sempre grande valore all’uso autentico della lingua. Max dimostrò il suo impegno nel sociale anche come socio eminente del Rotary, come membro del consiglio direttivo per la formazione degli adulti e partecipando a organizzazioni per la terza età, sia all’interno sia all’esterno del paese d’origine.

Dal punto di vista politico, Max fu attivo in molteplici settori: come consigliere, come sindaco, come membro del Consiglio provinciale di Belluno, e anche come suo vicepresidente, come alto funzionario dell’amministrazione regionale del Veneto. Numerosi politici hanno dimostrato la loro stima per Max attraverso le partecipazioni o presenziando al funerale. Per loro, Max rappresentava l’anima delle minoranze linguistiche, e il parroco durante il funerale lo ha definito un convinto difensore di tutte le minoranze.

Per Max Pachner il Referendum del 2008, con il quale il comune di Plodn/Sappada scelse tra la regione Veneto e l’annessione al Friuli Venezia Giulia, fu molto gravoso. Egli lottò con ogni mezzo e instancabilmente contro questa scelta, ma dovette darsi per vinto con una manciata di seguaci. La sua natura pacifica lo portò però infine a pensare “in Gotts nòmm” (equivalente a È tutto nelle mani di Dio).

Max lasciò una profonda impronta con il suo impegno per le isole linguistiche tedesche. Ricordo ancora molto bene il nostro primo incontro: Nel maggio del 2001 si riunirono a Egna numerosi rappresentanti di isole linguistiche, per discutere del futuro delle comunità minoritarie. In quell’occasione mi si presentò un quarantenne di bella presenza, vestito con abiti tirolesi e mi disse: “I pin der Max Pachner va Plodn!” (Io sono il Max Pachner da Plodn). Assieme parlavamo sempre il Plodarisch, dialetto dell’alta Val Pusteria. Non solo: le nostre telefonate iniziavano sempre con le parole “Gelopsis Chrischtis – in èabichkait” (Sia benedetto Cristo, in eterno).

Come presidente del Comitato delle isole linguistiche – a cui appartenevano tutte le isole linguistiche del versante sud delle Alpi – si impegnò particolarmente per mantenere, favorire e curare le lingue. Un ruolo particolare doveva spettare alla scuola e agli insegnanti. E così fu Max a cercare le possibilità di una qualificazione accademica per gli insegnanti nelle isole linguistiche. Andò più volte a Roma, Bressanone e Bolzano, per cercare una via in questo senso, sul piano politico e accademico. Il comitato delle isole linguistiche è impegnato a portare avanti il suo lavoro nel modo migliore possibile. Come segno di stima e ringraziamento, la riunione principale annuale del 2020 avverrà a Sappada.

E ora, Max dopo una breve malattia se n’è andato inaspettatamente. Alle porte del Paradiso avrà sicuramente salutato Pietro con un “Gelopsis Chrischtis! I pin der Max Pachner va Plodn”.

Luis Thomas Prader

(Traduzione Flavia Bonomi – Curatorium Cimbricum Veronense)

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