ISOLE DI CULTURA - IL NOSTRO CLASSICO

ISOLE DI CULTURA

Saggi sulli minoranze storiche germaniche in Italia

a cura di Christian Prezzi

Questa pubblicazione è stata  resa possibile  con il finanziamento della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol

Edizione 2004

In Copertina:
La fatica del salire, pastello di Desy Napoli

Druck: Athesiadruck, Bozen

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Update: 21.06.2023

È possibile scaricare questo libro bilingue in edizione PDF, seguendo il seguente link:

PDF Isola di Cultura / Lebendige Sprachinseln 

GLI AUTORI

Pietro Adami, Irene Alby, Rolando Balestroni, Sergio Bonato, Enzo Bonomi, Francesca Cattarin, Patrizia Craighero, Milena Feghiz Vasina, Giovanni Kravina, Renate Linty, Umberto Litschi, Vito Massalongo, Nadia Mesella, Christian Merzi, Giovanni Molinari, Desy Napoli, Fiorenze Nicolussi Castellan, Luigi Nicolussi Castellan, Alberto Peratoner, Pietro Piazzola, Velia Plozner, Luis Thomas Prader, Christian Prezzi, Lucia Protto, Giovanni Rapelli, Enrico Rizzi, Elide Squindo, Eugenio Squindo, Leo Troller, Mauro Unfer

INDICE
PREFAZIONE   9
IL COMITATO UNITARIO DELLE ISOLE LINGUISTICHE STORICHE
GERMANICHE IN ITALIA - Luigi Nicolussi Castellan e Luis Thomas Prader
  9
PERCHÈ QUESTO LIBRO SULLE MINORANZE? - Christian Prezzi   11
     
CAMPELLO MONTI-KAMPELL    
Comunità walser della provincia di Vercelli    
PRESENTAZIONE GEOGRAFICA di Rolando Balestroni   15
STORIA DELLA COMUNITÀ di Rolando Balestroni   16
I WALSERACAMPELLO di Enrico Rizzi   18
PERIODO DI AUTONOMIA COMUNALE (1814–1929) di Rolando Balestroni   27
ASPETTI DELMODELLO ECONOMICO TRADIZIONALE di Rolando Balestroni   30
IL COSTUME FEMMINILE DI CAMPELLO di Rolando Balestroni   35
IL TITTSCHU WALSERACAMPELLO MONTI di Rolando Balestroni   37
VITACULTURALE di Rolando Balestroni   37
BIBLIOGRAFIA di Rolando Balestroni   41
     
GRESSONEY    
Comunità walser della Val d’Aosta   43
PRESENTAZIONE GEOGRAFICA DEL TERRITORIO di Eugenio Squindo e Desy Napoli   43
STORIA DELLA COMUNITÀ di Eugenio Squindo e Desy Napoli   43
L’EMIGRAZIONE DEI MERCANTI GRESSONARI VERSO LA SVIZZERA di Umberto Litschi   46
TRADIZIONI LEGATE AL CICLO DELLA VITAdi Eugenio Squindo e Desy Napoli   49
TRADIZIONI LEGATE AL CICLO DELL’ANNO di Eugenio Squindo e Desy Napoli   51
LA LINGUA di Elide Squindo   53
LA SCUOLA di Eugenio Squindo e Desy Napoli   54
LA CHIESA di Eugenio Squindo e Desy Napoli   55
NORMATIVE E LORO ATTUAZIONE di Eugenio Squindo e Desy Napoli   56
ISTITUZIONI CULTURALI di Eugenio Squindo e Desy Napoli   56
PUBBLICAZIONI DI INTERESSE PER L’AREAWALSER di Eugenio Squindo e Desy Napoli   57
     
ISSIME-EISCHEME    
Comunità walser della Val d’Aosta   59
PRESENTAZIONE di Irene Alby   59
LA STORIA DELLA COMUNITÀ di Irene Alby   61
LE TRADIZIONI di Irene Alby   69
LA LINGUA di Irene Alby   74
Testi realizzati con la collaborazione di Renate Linty    
     
LUSERNA-LUSÉRN    
Comunità cimbra del Trentino   79
PRESENTAZIONE GEOGRAFICA di Christian Prezzi   79
CONSISTENZA DELLA COMUNITÀ di Christian Prezzi   81
STORIA DELLA COLONIZZAZIONE CIMBRA di Christian Prezzi   82
DALLA NASCITADELLA COMUNITÀ DI LUSERNAALLA FINE DELL’OTTOCENTO di Christian Prezzi   85
IL NAZIONALISMO NELLE ISOLE LINGUISTICHE CIMBRE TRENTINE FRA XIX E XX SECOLO di Christian Merzi   88
LA COMUNITÀ DI LUSERNANEL PRIMO NOVECENTO di Christian Prezzi   95
LE OPZIONIALUSERNA di Christian Prezzi   107
TRADIZIONI CIMBRE DI LUSERNA di Christian Prezzi   113
LA LINGUA CIMBRA DI LUSERNAdi Fiorenzo Nicolussi Castellan   118
LA SITUAZIONE NELLA SCUOLA di Fiorenzo Nicolussi Castellan   119
LA SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA E POLITICAdi Luigi Nicolussi Castellan   120
     
RIMELLA-REMMALJU    
Comunità walser della provincia di Vercelli   125
PRESENTAZIONE GEOGRAFICA di Augusto Vasina   125
STORIA DELLA COMUNITÀ di Augusto Vasina   128
TRADIZIONI di Augusto Vasina   152
LA COMUNITÀ LINGUISTICA di Augusto Vasina   157
NORMATIVE E LORO ATTUAZIONE di Augusto Vasina   161
VITACULTURALE di Augusto Vasina   163
     
SAPPADA-PLODN    
Comunità germanofona della provincia di Belluno   169
STORIA DI SAPPADA di Alberto Peratoner   169
     
SAURIS-ZAHRE    
Comunità germanofona della provincia di Udine   175
PRESENTAZIONE di Lucia Protto   175
STORIA DELLA COMUNITÀ di Lucia Protto   176
LE TRADIZIONI di Lucia Protto   191
LA COMUNITÀ LINGUISTICA di Lucia Protto   196
NORMATIVE E LORO ATTUAZIONE di Lucia Protto   202
LA VITACULTURALE di Lucia Protto   202
     
SETTE COMUNI VICENTINI-SIBEN KAMEUN    
Comunità cimbra della provincia di Vicenza   207
I CIMBRI DEI SETTE COMUNI di Sergio Bonato   207
     
TIMAU-TISCHLBONG    
Comunità germanofona della provincia di Udine   213
PRESENTAZIONE di Mauro Unfer   213
STORIA DELLA COMUNITÀ di Mauro Unfer   214
LE PORTATRICI CARNICHE E LA GRANDE GUERRA di Mauro Unfer   217
TRADIZIONI LEGATE AL CICLO DELL’ANNO di Velia Plozner   218
APPORTI GASTRONOMICI D’OLTRALPE NELLA CUCINA DI TIMAU di Pietro Adami   223
LA COMUNITÀ LINGUISTICA di Francesca Cattarin   225
ESPERIENZE DIDATTICHE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI TIMAU-CLEULIS di Patrizia Craighero e Velia Plozner   229
ESPERIENZE DIDATTICHE NELLA SCUOLA PRIMARIAATEMPO PIENO DI TIMAU-CLEULIS di Patrizia Craighero e Velia Plozner   230
VITACULTURALE di Mauro Unfer
  235
BIBLIOGRAFIA   238
     
XIII COMUNI VERONESI-XIII KOMOINEN    
Comunità cimbra della provincia di Verona   241
PRESENTAZIONE di Vito Massalongo   241
LA FORMAZIONE DELL’ISOLA LINGUISTICA di Giovanni Rapelli   243
NOVECENTO: UN SECOLO DI GRANDI CAMBIAMENTI di Nadia Massella   248
TRADIZIONI DELLA COMUNITÀ LESSINICA di Enzo Bonomi   252
LA COMUNITÀ LINGUISTICA di Giovanni Molinari   260
LA VITACULTURALE di Pietro Piazzola   262
     
VALCANALE-KANALTAL    
Comunità germanofona della provincia di Udine   267
INTRODUZIONE di Giovanni Kravina   267
POSIZIONE GEOGRAFICA E CENNI STORICI di Giovanni Kravina   267
COMUNI E PAESI DELLA VALCANALE di Giovanni Kravina   268
COMUNITÀ LINGUISTICA di Giovanni Kravina   269
LA LINGUA TEDESCANELLA VALCANALE E LA SUA DIFFUSIONE di Giovanni Kravina   269
ULTERIORI SVILUPPI DELL’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA TEDESCA di Giovanni Kravina   270
IL TEDESCO NELLE SCUOLE ELEMENTARI DI TARVISIO. ESPERIENZE DIDATTICO-EDUCATIVE CON LE SCUOLE ELEMENTARI DI VILLACH di Giovanni Kravina   270
IL TEDESCO COME LINGUA TRAINANTE NELL’EDUCAZIONE PLURILINGUE NELLA VALCANALE di Giovanni Kravina   271
KANALTALER KULTURVEREIN di Giovanni Kravina   274
     
VALLE DEL FÉRSINA-BERSNTOL    
Comunità mochena del Trentino   279
PREMESSA di Leo Toller   279
PRESENTAZIONE di Leo Toller   280
LA COLONIZZAZIONE DELLA VALLE di Leo Toller   281
IL MASO di Leo Toller   282
L’EMIGRAZIONE di Leo Toller   283
MINIERE E MINATORI di Leo Toller   284
LA LINGUA MOCHENA di Leo Toller
  285
IL PRESENTE di Leo Toller   287
LE TRADIZIONI di Leo Toller   288
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE di Leo Toller   290
     
APPENDICE    
IL “PADRE NOSTRO”: UN TESTO DI COMPARAZIONE TRA LE LINGUE   291
PREFAZIONE

IL COMITATO UNITARIO DELLE ISOLE LINGUISTICHE STORICHE GERMANICHE IN ITALIA

Nel passato recente e remoto non è mai stato dato notevole rilievo all’esistenza in Italia delle minoranze linguistiche storiche. Anche i contatti tra le stesse sono stati estrema- mente saltuari e, quindi, anche la loro conoscenza reciproca è sempre stata molto ridotta. Ci sono stati certamente degli studiosi che si sono occupati della problematica, ma il loro operato era limitato agli ambienti accademici.

Solo dopo che il Parlamento Europeo espresse una sua raccomandazione a riguardo del- la tutela delle minoranze linguistiche e culturali si è incominciato a prendere coscienza dell’esistenza delle innumerevoli diversità esistenti sia in Europa che in Italia. In seguito a questa nuova consapevolezza, le minoranze hanno intensificato lo scambio di informa- zioni, di esperienze e d’idee, anche con l’organizzazione di incontri.

L’approvazione da parte del Parlamento Italiano della Legge 482/1999, in attuazione dell’art. 6 della Costituzione della Repubblica Italiana, ha contribuito allo sviluppo sia della consapevolezza dell’importanza culturale e sociale della lingue e culture minorita- rie, sia di concrete attività di salvaguardia valorizzazione delle stesse.

Un momento significativo di questo processo è stata la proclamazione da parte del- l’Unione Europea e del Consiglio d’Europa del 2001 quale “Anno europeo delle lingue”, intendendo con quest’atto celebrare la pluralità linguistica dell’Europa e promuovere l’apprendimento delle lingue.

L’obiettivo non consisteva solamente nel promuovere la conoscenza delle lingue più dif- fuse per agevolare la comunicazione internazionale, bensì anche favorire la comprensio- ne reciproca delle rispettive culture attraverso la conoscenza delle lingue locali. Insom- ma, le lingue e le culture minoritarie potevano e dovevano trovare una adeguata collocazione all’interno di questo progetto europeo chiamato “anno europeo delle lin- gue”.

Proprio in occasione dell’anno europeo delle lingue fu organizzato a Neumarkt/Egna (Südtirol) un incontro tra tutte le isole linguistiche germaniche in Italia per fare il punto sulla situazione. L’incontro aveva il titolo “Deutsche Sprachinseln Oberitaliens – Ge- genwart und Zukunft/Isole Linguistiche Germaniche nell’Italia settentrionale – Presen- te e futuro”.

Dopo due giornate di intenso lavoro ci si lasciava con il profondo desiderio di ritrovarsi più spesso, di istaurare delle collaborazioni più costanti per raggiungere degli obiettivi concreti proposti dall’anno europeo delle lingue.

Per dare seguito a questi intendimenti, il Centro Documentazione Luserna onlus, una fondazione promossa dal Comune di Luserna, sede della più consistente e vitale comunità cimbra, ha promosso due incontri con le associazioni delle isole linguistiche italiane di origine germanica per promuove uno strumento di stabile contatto e collaborazione tra loro.

Si è giunti così a costituire a Luserna, in data 26 maggio 2002, il “Comitato Unitario del- le Isole Linguistiche Storiche Germaniche in Italia”, al quale aderiscono le associazioni delle seguenti comunità:

–   Gressoney, Issime e Campello Monti (minoranza walser);

–   Valle del Fersina (minoranza mòchena);

–   Luserna, Tredici Comuni Veronesi e Sette Comuni Vicentini (minoranza cimbra);

–   Sappada, Sauris, Timau e Valcanale (minoranze germanofone ).

Scopo del Comitato è quello di “tutelare e promuovere la lingua e la cultura delle comu- nità storiche germaniche (…) anche in collaborazione con altri enti, associazioni e perso- ne in Italia ed in Europa”. Il Comitato non è costituito da persone singole ma da “rap- presentanti degli enti ed associazioni delle comunità” e “può aderire ad altri organismi aventi analoghe finalità”, avvalendosi “dell’attività personale, spontanea e non retribui- ta dei propri membri”. L’assemblea si riunisce una volta all’anno ed il Consiglio di Coor- dinamento (un rappresentante per ogni isola linguistica germanica) di massima due vol- te all’anno. L’attività amministrativa, organizzativa, di pubbliche relazioni ecc. è curata dal Coordinatore e dal Segretario.

La costituzione del Comitato è supportata dall’art. 3 della legge statale del 15 dicembre 1999, n.482, la quale recita: “Quando le minoranze linguistiche di cui all’art.2 si trovano distribuite su territori provinciali o regionali diversi, esse possono costituire organismi di coordinamento e di proposta, che gli enti locali interessati hanno facoltà di riconosce- re”. Il Comitato, quindi, ha anche un ruolo istituzionale ed è stato riconosciuto di nume- rosi Comuni, Province e Regioni.

In questo breve periodo di esistenza il Comitato ha costituito un punto di riferimento importante per lo scambio di informazioni ed esperienze, per l’allacciamento di rappor- ti di collaborazione anche con altre comunità minoritarie e con enti ed associazioni inte- ressate alla problematica delle minoranze linguistiche, sia in Italia che all’estero.

Ha promosso questa pubblicazione, la prima che ha consentito alle comunità di origine germanica d’Italia di presentarsi direttamente e congiuntamente.

Per il prossimo futuro è prevista l’elaborazione, la stampa e la distribuzione di un libro illustrato per bambini e ragazzi, con testi in italiano e nelle lingue delle singole minoran- ze  germaniche.

La costituzione del Comitato ed il suo lavoro ha suscitato l’interesse di numerosi amici e di altre minoranze. Siamo decisi a continuare nel nostro impegno a far conoscere le nostre Comunità linguistiche germaniche, a sviluppare quante più attività possibili in sinergia, a contribuire alla crescita dell’autocoscienza di rappresentare dei patrimoni linguistici e cul- turali unici e di importanza europea, a sostenerci ed incoraggiarci reciprocamente nell’ar- duo lavoro di contrastare l’appiattimento culturale in atto al fine di conservare e valoriz- zare anche per le future generazioni questo quasi millenario patrimonio linguistico e culturale, testimonianza di una lunga storia multietnica dell’Europa, che noi confidiamo sempre più unita nell’azione e nel rispetto di tutte le sue componenti.

In questa premessa, quali Coordinatore e Segretario di questo comitato, vogliamo rin- graziare il Dr. Christian Prezzi, cimbro di Luserna, che ha curato questa pubblicazione,tutti gli autori dei vari saggi e la Regione Trentino Alto Adige/Südtirol che, con il suo ge- neroso indispensabile sostegno finanziario, ne ha consentito la stampa sia in lingua ita- liana sia tedesca.

Ringraziamo la stessa Regione anche per il sostegno finanziario dato alla realizza- zione della nostra Home Page Internet www.isolelinguistiche.it, accessibile an- che dai domini www.sprachinseln.it e www.deutschesprachinseln.de ed il Cu- ratorium Cimbricum Veronese che ha curato la realizzazione del nostro sito.

PERCHÈ QUESTO LIBRO SULLE MINORANZE?

Le isole linguistiche di origine germanica sono da lungo tempo oggetto di studi e ricerche da parte di studiosi e cultori di molte scienze umane ma non solo.

Già nel Rinascimento alcuni importanti uomini di lettere si occuparono di questi stranieri che vivevano nelle alte valli alpine, interrogandosi sui perché di tali presenze e tentando di ricercare spiegazioni e verità in un misto tra storia e leggenda.

Nei vari studi che si sono susseguiti e rincorsi nei secoli sono state poste alcune ipotesi e teorie nel tentativo di trovare delle risposte e dare un senso ad un universo tanto affascinante quanto anomalo, fatto di popoli senza nome e, in modo quasi contraddittorio, an- cora senza storia.

Queste comunità di montanari, con il loro parlare altroche suonava di nord, erano isole con tradizioni e usi secolari ma apparentemente senza un passato; mancavano quelle carte che permettevano di legarsi ad un luogo ed ad un tempo non si sa quanto lontani. Nel corso di secoli vennero elaborate le teorie più disparate, in una sorta di rialziamo cronologico che spingeva la nascita di queste colonie alloglotte a tempi lontanissimi, fatti magari di invasioni barbariche ed antichi popoli scomparsi.

Solo in tempi relativamente recenti si è arrivati ad una definizione del fenomeno delle colonie di origine germanica sul versante meridionale delle Alpi sufficientemente comprovata per poter essere collettivamente accettata.

Usare, però, l’espressione “definizione”, così come si è utilizzata poc’anzi, può essere causa di incomprensioni. Occorre, infatti, evidenziare che, quando ci si avvicina alla realtà delle minoranze linguistiche germaniche, uno degli errori più frequenti sia quello di rapportarsi a queste cercando un’unica chiave per spiegare quello che apparentemente può sembrare un solo fenomeno, magari con tante sfaccettature ma con una connotazione unitaria.

Probabilmente nulla potrebbe essere più inesatto.

Le minoranze germanofone delle Alpi sono infatti realtà tra loro scarsamente correlate, frammenti di storie diverse in cui gli stessi raggruppamenti sotto un unico cognome (es. Cimbri o Walser) sono spesso più dovuti alla volontà di raccogliere in un’unica famiglia realtà geograficamente vicine che non a reali e dimostrate assonanze.

Non a caso in questa miscellanea di testi ogni minoranza verrà trattata in modo isolato, senza con questo voler negare radici magari comuni. Ma il punto è un altro: sarebbe co- munque sbagliato voler raccogliere queste realtà in tanti sottoinsiemi per una questione legata alla loro storia di comunità autonome, spesso contraddistinte da contesti di isola- to geografico tali da assumere connotazioni talmente peculiari ed indipendenti da renderle spiegabili quasi solo autonomamente. Se da una parte, infatti, è innegabile l’effetto dei fenomeni macroscopici su quelli della micro-realtà, dall’altra, bisognerebbe interro- garsi su quanto realmente i micro-contesti riescano a conservare le omogeneità o ad in- fluenzarsi reciprocamente e, quindi, su quanto realmente le singole minoranze possano avere in comune, sebbene magari accomunate da medesime origini.

Senza con questo voler frammentare in mille tessere autoreferenziate il mosaico delle oa- si linguistiche, la volontà di un testo come questo è quella di mostrare innanzitutto le di- versità e le singole specificità all’interno di un universo di studi che spesso hanno col- mato le lacune conoscitive attraverso l’allargamento dell’oggetto d’indagine a realtà d’insieme, accettando supinamente delle uniformità non inconfutabili.

L’elemento che contraddistingue maggiormente questo testo è, però, un altro. Chiunque si sia approcciato agli studi sulle minoranze linguistiche ha trovato principalmente due tipologie di analisi.

La prima è costituita dagli studi “dotti”, analisi mono-disciplinari o d’approccio generale, in cui illustri ricercatori si sono avvicinati a queste comunità per analizzarne la lingua, le tradizioni o quant’altro, osservando e documentando la realtà nella loro veste di osservatori esterni, non direttamente coinvolti nella realtà sociale ed in quanti tali staccati, sufficientemente lontani da essere oggettivi, in altre parole, scientifici. Accanto a questi, si può individuare una seconda categoria di ricerche, quella degli studi locali.

Si tratta spesso di ricerche in ambito storico o linguistico, un tempo frequentemente condotte da sacerdoti ed ora apertesi ad una schiera di cultori e appassionati. Questi testi si caratterizzano per un approccio molto immediato, inevitabilmente lontano dalle grandi scuole di pensiero scientifico e, pur presentando spesso risultati e ipotesi difficilmente verificabili, a loro va il merito di aver colmato delle lacune documentarie attraverso ricerche spesso approfondite negli archivi locali o tra le fonti orali. Se da una parte, quindi, questi studi non sempre hanno prodotto risultati di alto spessore, dall’altra, hanno fatto emergere gli strumenti per molte delle analisi successive.

Senza le trascrizioni e i testi prodotti nei decenni passati da questi autori, molti dei più importanti studiosi contemporanei non avrebbero la base su cui poggiare il loro lavoro. Particolarmente significativo è stato il contributo di questi scritti nella stesura di testi negli idiomi di queste comunità, documentando vocaboli, espressioni e forme grammaticali che, soprattutto nel caso delle minoranze in cui l’uso della lingua locale è maggiormente compromesso, ne hanno garantito la memoria.

La raccolta di saggi che si sta introducendo, però, non può essere ricompresa in nessuna delle due categorie precedenti, essendo al contempo entrambe ma presentando anche delle caratteristiche di unicità.

Così come molte raccolte di studi “dotti”, presenta uno sguardo di insieme, sia nel senso di multidisciplinare, in quanto nata dal contributo di cultori di varie discipline, sia in quanto presenta un numero elevato di realtà, permettendo al lettore di raffrontare e com- parare le singole minoranze.

Di contro, però, il saggio può essere definito anche una variante complessa degli studi locali.

Si è fermamente voluto, infatti, che ogni minoranza fosse spiegata dal suo interno, che le associazioni e gli enti culturali delle singole comunità delineassero autonomamente i propri tratti salienti, illustrandone le problematiche e “l’unicità quotidiana”.

Il testo che ne è uscito è volutamente semplice, immediato nel suo presentare i vari aspetti che connotano le singole realtà e senza la paura di mostrare le contraddizioni in- site in una miscellanea di testi che affrontano in modo anche differente tematiche simili. Questa scelta ha delle solide motivazioni.

Per la prima volta si è voluto creare un saggio che presentasse in modo complessivo la realtà delle colonie germaniche in Italia in cui a parlare fossero i rappresentanti delle co- munità stesse, coloro che più di chiunque altro sono in grado di descrivere la realtà nella quale sono inseriti ogni giorno.

Ciò perché, se da una parte i lavori scritti da studiosi e ricercatori di professione hanno il pregio di utilizzare approcci medotologici maggiormente scientifici, dall’altra, hanno il forte limite di basarsi su osservazioni inevitabilmente limitate nel tempo; se questo può essere un problema scarsamente rilevante per le analisi di fenomeni storici, altrettanto non si può dire quando l’oggetto di indagine diventa la quotidianità.

Nessuno può parlare dei problemi e di cosa avviene ogni giorno all’interno di una comunità meglio di chi ne fa parte e si rapporta continuamente con essa.

In questo saggio, le associazioni e i soggetti occupati nella salvaguardia delle lingua e delle culture delle comunità linguistiche hanno voluto collaborare per dare alle stampe delle pagine in cui parlano di sé, dell’uso della lingua all’interno dei propri paesi e dei progetti a cui stanno lavorando per salvaguardarne le tradizioni secolari. Accanto alle presentazioni generali sulla storia, la lingua e i costumi di questi popoli, si trovano an- che pagine dove è possibile leggere dei successi e dei fallimenti delle tante iniziative con- crete messe in atto nella scuola, nella pubblica amministrazione ed in altri ambiti della vita associata.

Si tratta di dipinti che, con la semplicità e l’umiltà di chi sa di non essere un accademico, rappresentano, con grande nitidezza, la vita d’ogni giorno di minoranze vitali che si af- facciano orgogliose al terzo millennio.

L’ultimo aspetto che si vuole evidenziare in fase di presentazione a questo lavoro è insi- to proprio in queste poche ultime righe.

Troppe volte le minoranze linguistiche alpine sono state mostrate come comunità prossime alla scomparsa, colpite a morte dalla modernità e troppo impegnate a ricordare la grandezza dei propri passati per saper affrontare il futuro.

L’approccio dei tanti autori delle relazioni che seguiranno è estremamente diverso: senza dimenticare il passato, guardato comunque e sempre con un po’ di nostalgia, si vuole mostrare come questi villaggi tra le montagne abbiano ancora molte energie e voglia di lavorare per conservare un’identità che in quest’ultimo secolo li ha portati a cambiare ma che ha dato loro anche una nuova coscienza di ultimi detentori di un patrimonio cultu- rale non più solo loro ma dell’intera umanità.